4.11.02

San Francisco � un posto. Come al solito, diverso dalle mie previsioni e anche dalle immagini che ho visto. Innanzitutto, � pieno di americani. Poi, non � enorme o titanico. E' grande, ma come Los Angeles � grande un po' alla volta. Senza fretta. Non � un problema della citt�, ma di chi la guarda. Ormai, senza un racconto preconfezionato non sono pi� in grado di stupirmi o di trovare da solo una storia. Meno male che sono al ventinovesimo piano del Weslin St. Francis. Ma senza una mappa. Scrivo con il portatile sulle ginocchia guardando fuori della finestra. Pi� passa il tempo e pi� cerco la Toscana nei panorami stranieri. Voglio vedere le colline di Fiesole sopra LA, i colori del porto di Viareggio nella Baia di SF. Gli alberi e i colori del Casentino a sud di Londra. Mi stupisce l'uso del vetro (o supposto tale) sui grattacieli, il colore delle loro coperture, il fatto che tutto costi caro. Anche i piccioni sembrano pi� grassottelli. Oggi provo a scoprire la citt�, prima dell'appuntamento con Rick. L� dovrei trovare la storia preconfezionata, evidente, che mi salta all'occhio: la storia dei tram e di chi li restaura per la sua citt�

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mario Castelnuovo Tedesco, compositore fiorentino trasferitosi in America nel 39 in seguito alle leggi razziali (è sua la colonna sonora dei "Dieci piccoli indiani" di Clair!), scrivendo all'amica Memmi, figlia di Vittorio Corcos, le disse che la costa tra Santa Monica e Malibu gli ricordava il litorale toscano: "Strano di aver attraversato un oceano e un continente per ritrovarsi a Castiglioncello!".
La stessa sensazione la narrava quest’inverno un ospite alla presentazione di un libro a Livorno. Dunque ci deve pur essere qualcosa di vero in queste comuni impressioni…
Quando sono andata tra Santa Monica e Malibu ho visto un oceano e un litorale silenziosi, era metà dicembre e faceva caldo: c’era solo un piccolo gruppo di ragazze in bikini sui roller, un bel po’ di gabbiani, e un veterano di una qualche guerra che si era fatto una sua piccola trincea di sacchi della US Army tra le dune della spiaggia. Mancavano le tamerici, le cantine dei pescatori, la barca di Mirko che alle 10.30 di ogni mattina rientra e viene a portare il pesce al Porticciolo di Castiglioncello.
Però il mare era proprio quello.
O ci portiamo inevitabilmente sempre dietro pezzetti dei nostri luoghi, o ci deve essere proprio qualcosa di vero...

Grazie per questo racconto, le parole usate, le scene descritte, mi hanno fatto tornare alla mente delicate sensazioni: San Francisco è proprio proprio così, come Los Angeles, diventa grande solo un po' alla volta.