12.6.03

Ricapitoliamo

TRA POCO STACCO, poi il buio perch� domani c'� la gitarella sui monti del Colorado (intanto loro sbaraccano la sala stampa) poi ho l'aereo venerd� e arrivo sabato. Sar� stanchino (per non dire cotto) quindi non romper� pi� le palle a nessuno per qualche giorno (auspicabilmente sino al fine settimana compreso).

Alcune notazioni: � partita la missione per Marte, Hillary Clinton ha pubblicato il suo libro (e qui lo vendono con il 30% di sconto da ieri, quando � uscito), � uscito anche il nuovo Harry Potter per� non se lo filano mica in tanti, io dopo il Ceo e il capoccione del marketing mondiale, ho intervistato anche il CFO( che sarebbe il capo delle operazioni finanziarie, l'amministratore non delegato, insomma, uno che conta parecchio, con e senza la calcolatrice). Simpatico, si capisce anche quando parla. Ma non quando scherza, credo.

L'aria nel Colorado convention center � di smobilitazione. Siamo io (sempre con la giacca perch� fa un freddo siberiano) una doppia fila di computer fatiscenti, le due ragazze (un po' grassocce) dell'accoglienza, pattuglie di sfigati che anzich� drograrsi o darsi al cazzeggio altrove passano le ore davanti al computer, qualche Pr in crisi di astinenza che vuole compiacere il giornalista affidatole, uno con un vecchio Mac portatile, uno arrivato adesso (proprio alla fine) con un iBook come il mio, qualche giapponese e coreano con minuscoli sub-notebook, una fila di sfigati con i Dell o i Thinkpad della Ibm.

I comunicati, ammonticchiati su un tavolo, non se li fila mai nessuno. Io non so neanche che pezzo scrivere, ma tanto l'ho gi� scritto. Prima dell'ultima intervista, per�. Peccato, perch� il personaggio era interessante. Sorrideva e ha detto che vorrebbe tornare a visitare l'Italia, rivedere Venezia. Quando gli ho detto che sono fiorentino ha pure sospirato. Adesso vedo se riesco a citarlo nell'articolo, magari partendo da qualcosa di utile che pu� aver detto durante la chiacchierata.

Fuori il tempo � strano: la sera fa freschino ma non troppo, di giorno siamo sui trenta centigradi (praticamente meno che a Milano) e senza una bava di umidit�. Il risultato � che sembra che qualcuno ti infili degli spilli nei pori della pelle da quanto bruciano sotto il sole. Dallo spicchio che vedo di solito quando mi faccio tre corridoi larghi (larghi, non lunghi) dieci metri per arrivare a un'uscita a vetri secondaria (carico scarico merci) con porte antipanico da bloccare col sasso senn� non rientri, la prospettiva � strana. Sono sotto un ballatoio in cemento armato, retto da un colonnato sempre in cemento, sopra lastroni di cemento, scritte "carico-scarico", lavori in corso, edifici che chiudono la visuale. Il poco cielo che c'� alle volte � azzurro come una bandiera, alla successiva sigaretta sono arrivate le nuvole e sembra che debba venire gi� il finimondo.

E' una cosa da indagare questa della metereologia americana. Non che io ci creda, ma sembra proprio che sia una di quelle tipiche cose che sono diverse, qui, rispetto a come sono da noi. Il tempo cambia velocemente, lo stesso cielo � pi� grande, pi� capiente. E poi ci sono un sacco di aerei e tanti palazzi belli alti, per� solo nel centro della citt�. Fuori sono tutte casette sfigate di un piano, sembra Los Angeles senza il mare. Mi sono massacrato i piedi, due giorni fa, per arrivare a quel caspita di Apple Store che stava trenta (dico trenta) isolati pi� a sud-est. Mi sono incartato in una zona depressa economicamente, ho temuto per la mia incolumit�, data la presenza di extracomunitari (anche se l'espressione qui non rende l'idea) di vari colori, e me ne sono ritornato indietro. Quasi due ore con quindici chili di zaino sulla schiena e le scarpette da ballo che si stavano squagliando.

Poi ci sono tornato in taxi, partendo dal convention center (quando torno chiedo il rimborso, che mi sono tenuto le ricevute) e ho scoperto che in realt� la distanza era quella ma in un'altra direzione. Meno male che sono tornato indietro, allora. Il centro commerciale, niente di particolare. Le foto fatte veloci, la roba da comprare, comprata. Ho anche chiesto al ragazzo del bancone e alla tipa della cassa (carina, anchese bassetta e con il nero che non la sfilava per niente) come si chiamassero. Ma nel pezzo per il sito non ce li metto, vado via liscio cos�. Non bisogna dare troppo spazio agli sconosciuti.

Il taxi al ritrono � stato un po' un problema, perch� non ci sono tanti parcheggi e in quella zona non ne passavano. Poi una lavanderia-drive in mi ha fatto la cortesia e l'abbiamo chiamato. Quando per� ne ho visto passare uno (mi ero stufato di aspettare) l'ho fermato all'americana con il bracico teso e mi sono fatto riportare all'hotel. Il tipo era di New York e mi diceva che Denver � una specie di paese dei balocchi rispetto a certi quartieri del Queens. Si capiva bene quando parlava, probabilmente perch� abituato agli italiani di New York; meno male che non ha iniziato a gesticolare con le mani, per�. Lo fanno perch� pensano che capiamo meglio, ma sembrano cattive imitazioni di Robert de Niro che imita Giancarlo Giannini.


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