27.7.03

Poi dicono che uno si commuove

SONO PARECCHI MESI che non torno a Firenze. Mi � capitato di andare a Roma (sempre in aereo), di andare a giro per capitali europee e citt� americane, ma Firenze niente. Tutto sommato, svegliarsi in un letto a Milano, fare colazione in un bar milanese (fondamentale trovare il proprio fornitore di cornetti al cioccolato di fiducia), girare con "i mezzi", fare "brunch" oppure pranzi col panino e l'insalatina, un caff� e via pedalare per queste strane strade meneghine, insomma, � strano ma non troppo.

Ma l'inverno quest'anno � stato lungo, il freddo, la pioggia, poi � arrivata la per adesso afosa ma arida estate, insomma, uno a certe cose non ci pensa ma sotto la pelle si annidano. Inconsce. Striscianti.

Poi gli amici gli passano un mazzo di film in Dvix, roba nuova, semi-nuova, d'annata e da rottamare. Tra questi, anche un vecchio film ambientato a Firenze, Amici Miei. Evito di lanciarmi in un racconto di trama e situazioni. Sottolineo solo che il film � ambientato in una Firenze appena di poco precedente alla mia nascita. Una Firenze che ho avuto ancora modo di vedere, sepolta nei miei ricordi pi� remoti. Una Firenze che ho poi conosciuto meglio qualche lustro dopo: � tutto in centro tra Santa Croce e l'Oltrarno. Io, anche se sono nato in Piazza Pitti, poi sono cresciuto in via Jacopo Nardi prima e in viale Michelangelo poi. Un'altra Firenze, altri giri, altri colori, altri ricordi: il centro era abbastanza lontano.

A un certo punto, per�, ho iniziato a orbitare sempre pi� vicino a quei quartieri e a quei monumenti, nonostante i turisti, il blocco del traffico, i divieti di parcheggio e tutto il resto. Fino a che non mi sono ritrovato a duecento metri da dove ero nato: in via di Santo Spirito. Ecco, adesso che vedo tutt'altro se guardo dalla finestra quel film devo dire che mi ha toccato. Chiss� se anche i milanesi hanno il loro Amici miei. Forse Renato Pozzetto, forse qualche noir degli anni sessanta: La Polizia s'incazza o qualcosa del genere. Mah...

Pensare poi che tutto il film � retto fondamentalmente dalla verve di un attore francese che recita doppiato e da un cremasco talentuoso che sembrava pi� fiorentino di noi, quelli veri. Zingarate, schiaffi ai treni in partenza da Santa Maria Novella, giri inutili in campagna, Pescia e gli Scopeti, il bar che poi s'� chiamato per quasi vent'anni "Amici miei" e aveva anche le foto del film... E' tutto in bianco e nero, anche i miei ricordi.


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