14.12.03

Chiamateli cracker, i tre identikit dei tecno vandali

Esperti informatici, dipendenti infedeli, adolescenti inquieti: il pericolo arriva da queste categorie

di Antonio Dini

NON CHIAMATELI HACKER, altrimenti si arrabbiano. Il termine giusto per i pirati informatici di oggi, quelli che provocano danni alle aziende e terrorizzano gli utenti, � "cracker", come spiega Raoul Chiesa, l'ex hacker pi� famoso d'Italia che oggi ha fondato una societ� di consulenza, mediaservice.net e viene pagato per testare la sicurezza delle reti dei suoi clienti.

La sua � una ricognizione sull'antropologia dell'hacker, anzi del "cracker" di oggi, che � completamente differente rispetto alla fine degli anni Cinquanta, quando il fenomeno descriveva solo gli studenti pi� brillanti delle facolt� scientifiche Usa. Quelli, cio�, in grado di risolvere con originalit� ed eleganza le difficolt� poste dai primi elaboratori elettronici. "Oggi di "cracker" - spiega Chiesa - ce ne sono di tre tipi. Gli adolescenti che scaricano da Internet strumenti software fatti da altri e li usano senza capirne il funzionamento. Provocano danni e basta. Poi ci sono ex hacker, cio� persone con competenze di tutto rispetto, che a un certo punto hanno imboccato la strada del vandalismo: provano piacere a danneggiare i sistemi, al contrario di un hacker vero che, come spesso accade, quando individua una debolezza informatica la segnala all'azienda senza creare danni".

Ma la terza categoria che indica Chiesa � quella pi� pericolosa per le aziende. Oltre agli attacchi indiscriminati, come i virus - vere e proprie bombe lanciate in Internet per rallentare tutte le macchine online di aziende e privati - ci sono anche gli attacchi mirati. Operazioni chirurgiche per creare danni specifici o, talvolta, rubare informazioni.

"In questo caso - dice Chiesa - si tratta spesso di insider aziendali, i dipendenti, giovanotti spesso prezzolati dalla concorrenza per acquisire un vantaggio ingiusto sia attraverso lo spionaggio industriale sia attraverso il sabotaggio. Se ne parla poco ma � un problema reale. All'elenco, infine, aggiungerei gli arrabbiati, quelli che reputano di essere stati licenziati ingiustamente, ad esempio, e che per vendetta si accaniscono contro l'ex datore di lavoro. E gli incompetenti, cio� gli impiegati che "smanettano" con i computer aziendali creando danni senza saperlo".

A.Di.

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