14.10.04

Tutto il potere ai lettori

LA SEMPRE OTTIMA Nandropausa (n. 6 di giugno 2004, pochi mesi fa - e per un semestrale in effetti quattro mesi son pochi...) pubblica un editoriale da leccarsi i baffi. Qui ve lo sottopongo nella sua intierezza, confidando che poi andiate da soli a ravanare sul loro sito cercando le altre belle cose che ci sono lì.

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Le parole "noir" e "genere" sono dappertutto, non si capisce più una madonna. E' un effetto collaterale della rivolta contro quello che Valerio Evangelisti ha definito il "genere carino" e altri hanno definito il "genere ombelicale", cioè quella narrativa emaciata, "d'autore", tipicamente italiota, che opera sul "terreno sicuro del rapporto nonna-nipotina, figlio ingenuo e padre infame, moglie ambiziosa e marito cornuto, giovane indisciplinato e società di merda" (V. Evangelisti, Sotto gli occhi di tutti. Ritorno ad Alphaville, edizioni l'Ancora del Mediterraneo, Napoli 2004). Noi ci aggiungiamo altri tre vis-à-vis ricorrenti: scrittore pieno di dubbi vs. rapace industria editoriale, cinquantenne di sinistra in crisi vs. ideali di un tempo, insegnante ben intenzionato vs. studenti coglioni.
La rivolta contro la dittatura del "carino" e il ritorno di fiamma della letteratura di genere - o paraletteratura, o almeno un'altra decina di definizioni insoddisfacenti - erano e rimangono necessari. Il problema è che, mentre l'Italia che legge era sotto il tallone di ferro degli autori ombelicali, l'editoria italiana (la stessa che con un colpo di genio inventò il libro-rivista da edicola tipo Urania o Il Giallo Mondadori) si è disabituata a trattare la letteratura "bassa" (!?) o che attinge dal "basso", e oggi fa confusione. C'è chi, vedendo che il noir tira appena meno di un pelo di figa, definisce "noir" qualunque libro pubblicato sotto il sole, sovente confondendo il noir con il mystery o con l'hard-boiled; qualcun altro, pur con le migliori intenzioni, finisce per trasformare l'autore in "Autore" e pubblica in hard-cover di lusso romanzi d'avventura che si leggono d'un fiato sull'interregionale da Bologna a Pesaro, e meglio sarebbe pubblicare direttamente in tascabile. Certo, vi sono eccezioni importanti, di editori di varie dimensioni che hanno ben chiare le specificità della letteratura di genere, e sanno come valorizzarla. Spesso sono gli editori i cui libri segnaliamo su Nandro. Tuttavia, l'industria nel suo complesso va avanti un po' alla cazzo, e questo è pericoloso: se i libri vengono presentati per quello che non sono, i lettori si disaffezionano, e c'è sempre il pericolo di un nuovo golpe intimista/gggiovanile, minimalista, alto-autoriale. In una sola parola: spaccamaroni. E sarebbe una sconfitta. Per prevenirla, servono lettori da combattimento, disposti a combattere la guerriglia semiologica per capire cosa c'è tra le due copertine di un romanzo, al di là delle cazzate sparate dai critici, dai recensori a cottimo e purtroppo anche dagli autori medesimi. Per una vigilanza democratica, contro ogni tentativo di restaurazione, tutto il potere ai lettori e alla loro repubblica!

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