19.12.04

Oggi a Milano

LAWRENCE LESSIG è passato dalle nostre parti. Giovedì a Torino, per presentare ufficialmente la licenza Creative Commons, oggi a Milano alla seconda edizione del "festival" in tema che si è tenuto in un sabato mattina gelido in un'aula della altrimenti deserta università Luiss.

E' stato un momento di gloria per chi, nel nostro Paese, si muove nell'ambito abbastanza magmatico dell'attivismo digitale. Non saprei come altro definire quel movimento che, dalle nostre parti, fa coincidere idealisti del software, appassionati del pinguino, politici verdi ma liberali con vecchie volpi della sinistra e liberi pensatori allos tato brado.

Impressioni? La figura dell'avvocato americano è quantomeno singolare. Dopo aver visto, qualche settimana fa, Jeremy Rifkin, altro paladino del magmatico mondo "pro-Europa, anti-Usa", anche adesso pare che si respiri un'aria di indefinibile fronda. Ma contro cosa? E soprattutto, Lessig (come Rifkin) non solo non è un pericoloso comunista, ma è anzi uno strenuo difensore (come Rifkin) del mondo e del modello americano "corrotto" da un eccesso di capitale ma, nella sostanza e nel pensiero dei due, assolutamente auspicabile per il mondo tutto.



Segnalo inoltre che Lessig usa un PowerBook non convertito a Linux e che realizza le sue presentazioni con PowerPoint, il software universalmente noto di Microsoft. Aggiungo anche che era presente Rodotà, tra gli altri, e che l'anziano professore che studia e fa da garante per la privacy in Italia e - in qualche, fortunosa maniera - anche nel resto d'Europa, è persona simpatica e dal pensare lucido e affascinante. Solo, un po' prolisso.

Mi chiedo, dopo quattro anni di incontri ravvicinati con il mercato dell'innovazione tecnologica, i suoi ideologhi e i suoi tychoon, quale senso abbia tutto questo. C'è davvero una trasformazione epocale, la terza rivoluzione industriale, che gli storici indicheranno come l'evento maggiormente caratterizzante di questo secolo, ancor di più della lotta al terrorismo?

Temo che da noi ci sia una voglia contraddittoria di ideologia. La quale, in qualche modo, si sposa al disimpegno più totale. E, complessivamente, un procedere abborracciato, forse girotondino di certo un po' modaiolo verso questi temi. Eppure, nella sostanza dovrebbero essere cose importanti, questi Creative Commons...

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