22.4.05

Le affinità elettive

ERANO PARECCHI ANNI fa, dovevo ancora laurearmi e frequentavo l'Istituto Universitario Europeo di Fiesole, sulle colline circostanti Firenze. Un giorno andai a sentire una conferenza e l'ospite d'onore era questo brillante politico e spin doctor britannico, Peter Mandelson. Lo intervistai anche per la radio locale per la quale all'epoca lavoravo. C'era odore, nelle stanze di quell'ex seminario vescovile, di potere old fashion.



Per anni ho seguito la sua carriera con la simpatia dell'anonimo che vede comparire il potente sulle pagine dei giornali il potente la cui biografia si è intrecciata per un breve momento con la sua. L'anonimo che contempla e si bea dell'anonimo divenuto famoso. Nel caso specifico, anche durante la duplice momentanea crisi, dovuta a una piccola serie di insignificanti episodi adesso dimenticati da Tony Blair e dalla opinione pubblica di quel Paese, ho sempre pensato: Ehilà, ecco ancora il vecchio Peter, sempre in sella. Good old boy... In definitiva, il posto da commissario europeo al commercio l'ha rimesso fortunosamente in gioco e in posizione non di poco conto.

Quello che si legge sul Times di oggi invece mi devasta: secondo i tre giornalisti che hanno in cura il pezzo, Anthony Browne, Daniel McGrory e Lewis Smith, Mandelson sarebbe andato a letto col nemico: lo scorso Capodanno infatti sarebbe stato ospitate sullo yacht di Paul Allen, co-fondatore di Microsoft, impegnato in un lungo party ai Caraibi.

Il punto è che Microsoft è attualmente al centro di una gigantesca disputa con la Commissione dell'Unione europea. E' vero che noi vivamo in un Paese dove questo tipo di cose non si notano neppure (e non mi date del comunista, perché come diceva Montanelli di gentaglia ce n'è in parti uguali sia a destra che a sinistra) tuttavia questa mi sembra un po' eccessiva. Ma come? Una battaglia giuridica, politica e sociale di importanza capitale, che si intreccia con mille altre variabili, sputtanata da un parvenue che va a cazzeggiare sullo yacht del settimo uomo più ricco al mondo? Ma non scherziamo, dai...

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