2.6.05

Consolidamento: pensiero confuso

IERI C'E' STATO un interessante scambio di mail (per me) con un lettore di Macity circa questo articolo. Riprendo un brano di quel che gli ho scritto circa i blog, l'argomento toccato poco sotto in questo Posto.

Il blog è selfish, è egoismo, è il bisogno di fare qualcosa diretta, senza mediazioni, a pancia aperta, con maggiore o minore furbizia, interessante, con la propria testa. E' giocare al Monopoli, non essere un palazzinaro. Se poi ti scoprono il talento del palazzinaro perché giochi a Monopoli da Dio, allora via il blog e dentro con la vita vera! Ma fare l'una e l'altra cosa insieme, no.

Abbiamo la stessa idea, tu e io? Da noi, a differenza degli Stati Uniti, il rapporto con i soldi e l'imprenditorialità personale è diverso. Sostanzialmente, noi non siamo imprenditori di noi stessi sino a che non si arriva al fatidico passaggio della partita iva (o dell'evasione totale). A quel punto, siamo un popolo di imprenditori individuali. Negli Usa sei imprenditore a sei anni quando vendi i giornalini vecchi sul marciapiede davanti casa o quando ti fai pagare per lavare l'auto del vicino. Il salto di qualità lo fai quando fondi la corporation e lavori in team con duecento persone.

Ecco, se uno fa da noi il blog e si prende la partita iva per gestire i proventi collegati direttamente a quella attività, mi piace già meno. Penso che la sua autonomia di giudizio possa cambiare, per mantenere la partita Iva piuttosto che il rispetto dei lettori. Dopotutto, lo scopo di tutti i media di massa è vendere audience agli inserzionisti pubblicitari, no? Né i giornali, né la radio né la televisione campano come aziende vendendo direttamente il prodotto al pubblico (prezzo della copia o canone di abbonamento). Invece, campano con la pubblicità, vendendo agli inserzionisti la loro popolarità, cioè il loro tasso di ascolto, cioè il loro pubblico.

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