23.6.05

Link è vivo e lotta insieme a noi

NON E' VERO che i videogiochi sono solo... giochi. Cioè, lo sono, ma non solo. Contengono storie, e quindi personaggi e racconti. Come il ciclo creato dal geniale Shigeru Miyamoto (un uomo che nel suo settore primeggia solo, senza rivali), The Legend Of Zelda, che ha dato vita ai due personaggi principali del fortunato franchising della Nintendo: la principessa Zelda e il giovane Link.



Link è un giovane guerriero, la cui missione è liberare la principessa Zelda e il cui ruolo nel tempo è stato coperto da più personaggi assolutamente omonimi. In lui si identifica e attraverso lui solo agisce il giocatore. Il personaggio, a ripercorrerne le biografie - sparpagliata attraverso la decina di titoli in cui si articola la saga - ha uno spessore notevole.



Ma ancora più soprendente è la principessa Zelda, il cui nome è ispirato alla moglie di Scott Fitzgerald (poetessa e scrittrice geniale e pazzoide, morta nell'incendio del manicomio dov'era ricoverata) e la cui identità di genere è alquanto ambigua. Proprio questa complessità, insieme alla relazione che il personaggio eterno costruisce con gli infiniti riflessi dell'eroe mortale (quasi una metafora del numero ancor più elevato di giocatori che percorrono gli stessi sentieri del racconto), ne costruiscono la particolarità.

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