25.2.07

Leggere i maestri

QUANDO SI FA giornalismo di professione, soprattutto giornalismo che ha a che fare con l'innovazione tecnologica come nel mio caso, lavorare in Italia alle volte è un po' frustrante. Per dire: ci sono ex colleghi di redazioni esteri e cronaca che una volta chiacchieravano con piacere fitto-fitto di importanti tematiche: Anto', ma secondo te questi palestinesi la troveranno mai pace o continueranno a scannarsi con gli israeliani? e altre perle del genere. Adesso non più. Quando passi alla tecnologia diventi subito quello a cui chiedere se può dare una mano per risistemare il Pc che ogni tanto s'impalla...

Poi, dopo essere rimasto nel tempo affascinato dal giornalismo americano del settore, ecco che un giorno incoccio in Steven Levy. Ho finito di leggere da poco tempo il suo Insanely Great che vedete qui a fianco. Levy è un maestro di giornalismo: l'uomo che intuisce il nuovo senza far parte della cultura che racconta, poi indaga, scava, approfondisce, si documenta, capisce e quindi racconta in una maniera leggera e comprensibile che vale la pena anche per chi già queste cose le mastica.

Com'è possibile, altrimenti, in un settore in cui "sei mesi fa" è un'era geologica, capire cose nuove con un libro uscito la prima volta nel 1994?

Ho un altro paio di libri di Levy da leggere (lo farò più avanti, con calma) mentre per adesso sono felice. Sto iniziando anche a capire - grazie all'esistenza del libro stesso di Levy - che qui c'è una cultura oramai più che definita e raccontata che nel tempo è nata intorno ai transistor miniaturizzati dei computer. Se poi il tema è legato alla nascita del Mac...

Shake aveva già tradotto in italiano altri due libri, Crypto e il bellissimo Hackers. Non questo, peccato. Perché è davvero Insanely Great.

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