18.4.07

Iene, ragni e piccioni: animali privi di empatia

ALLA FINE, IL bisogno d'informazione è sempre presente: cambia solo il modo con il quale si fa approvvigionamento. La Chinatown in rivolta è diventata un fenomeno autonomo, una sorta di bolla del discorso che poco ha a che fare con quella parte di Milano in cui vivono cinesi e italiani, con le loro storie e con le loro vite.

Ci sono i servizi televisivi, spaziando dai Tg e talk show sino alle Iene. Ci sono le paginate dei giornali e dei periodici. Ci sono le inchieste-scoop come quella degli studenti della scuola di giornalismo della Cattolica - a metà fra Report di RaiTre e le Iene - che hanno messo la telecamera nascosta in un carrellino e sono andati a giro per il quartiere a vedere se i vigili gli avrebbero fatto la multa (alla fine: "gliela dobbiamo fare, mi dispiace, avremmo chiuso volentieri un occhio, ma oggi qui ci fotografano di nascosto questi cinesi") in un gioco di specchi e contro-specchi degno di miglior causa. Ci sono persino i blogger, oltre al mondo della "contro-informazione" e dei media alternativi. Tutti a parlare, ad esprimere opinioni come se queste fossero informazioni.

Il senso di insoddisfazione, infatti, è profondo: l'evento è una bolla, autonoma rispetto alla realtà di un posto. Come dice il proprietario di un altro bar dove vado, questa volta uno spilungone italiano un po' stralunato, c'è che "quando sei vicino alla notizia e poi la leggi, ti rendi conto di quante balle ti raccontino. E' in quei momenti che ci fai la tara e pensi che se è così questa volta che qualcosa ne sai perché lo hai visto, allora anche le altre volte che non c'eri dev'essere stato così...".

Un problema esiste, e non ha niente a che vedere con i cinesi ma con l'anima di chi informa gli altri. Manca da parte di chi racconta i fatti la capacità di andare al di sotto, in profondità, di una rappresentazione stereotipata di quel che avviene. Manca anche, se è per questo, qualcuno che parli cinese, ad esempio. Come mancava la settimana scorsa quando ci sono stati gli scontri, ma questo è un problema dell'amministrazione locale.

Il senso più difficile a raggiungersi, al di sotto di questa bolla e delle varie campane che vi risuonano, è che ci sono una serie di spaccature. Cleavages, come si dice nei manuali di Scienza della politica. Chi racconta è ignorante, oppure furbo, oppure cinico e rispecchia (o pensa di rispecchiare) il mondo verso il quale comunica. E' un bestiario che segue interessi differenti e non ha probabilmente alcun desiderio di avvicinarsi e provare un po' di empatia. Non identificazione, non tifo, non odio, non cinismo, non ignoranza, non presupponenza, non sciacallaggio. Semplicemente empatia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

abbiamo il nuovo kapuzzinschi

Antonio ha detto...

Ti rode, eh?

Comunque, si scrive Ryszard Kapuscinski, bestiolina...