16.12.07

Vogliono comprare Alitalia per fregarsi le posate e i sottobicchieri della Magnifica

AIR FRANCE INSIEME a Klm formano il "cuore" di uno dei più potenti gruppi commerciali nel settore dell'aeronautica civile. AirOne no. AF e Klm vogliono licenziare un sacco di gente, trasferire equipaggi e personale, ridimensionare Malpensa facendolo diventare un vettore per collegamenti punto-a-punto, AirOne no (due hub, tutti i dipendenti, tanti aerei diversi, vocazione italo-europea-internazionale). AF e Klm hanno la capacità di integrare Alitalia all'interno di un piano di sviluppo sostanzialmente diverso da quello improbabile e vago finora portato avanti da chi ha amministrato Alitalia. AirOne no, vuole mantenere ambizioni, vaghezze e improbabilità.

Secondo alcuni "critici", l'acquisto di Alitalia da parte di una compagnia "straniera", similmente a quanto succedeva quando Fazio difendeva l'italianità delle banche nostrane, vorrebbe dire che "lo straniero" se la "porta via".

Eppure, gli affari di una compagnia aerea, come di una banca, sono i servizi legati al territorio. Comprare una compagnia aerea per "portarsela via" ha lo stesso senso che avrebbe comprarsi una banca per trasferirne tutte le agenzie all'estero. L'idea stessa è solo il frutto di un tentativo di accecare il prossimo. Se lo straniero si comprasse la Fiat, allora sì che potrebbe chiudere gli stabilimenti qui in Italia e riaprirli in India e Cina, commercializzando altrove i prodotti con il marchio torinese. Quella è produzione industriale. Le operazioni di quel tipo sono già successe (chimica, meccanica di precisione, per dire due settori) Ma se lo straniero si compra Alitalia, non è che prende gli aerei e li trasferisce a Rotterdam o a Marsiglia, lasciando gli italiani a fischiare negli aeroporti...

Il problema sono le ambizioni dei singoli che si muovono sullo sfondo. E la concreta (e triste) possibilità di vendere la compagnia aerea a una banda di furbetti. Quando si vedono i politici sbracciarsi tutti insieme a favore di una tesi - Formigoni con Veltroni, per dire - viene il dubbio che forse gli interessi siano molti diversi da quelli che ci si potrebbe aspettare dalle tre categorie interessate: dipendenti di Alitalia, azionisti di Alitalia e passeggeri di Alitalia.

Cosa preferiscono le tre categorie? Chiusura della compagnia dopo altri due anni di pazzeschi piani industriali e accordi all'italiana per "entrare nell'affare", come AirOne promette con i suoi sponsor politici e bancari? Oppure ripartenza della compagnia con l'oramai non più evitabile cura dimagrante e la perdita di un braccio incancrenito (Malpensa), sulla base di un piano industriale organico e una strategia di respiro internazionale? Cosa pensano, che Air France e Klm vogliano comprare Alitalia per fregarsi le posate e i sottobicchieri della Magnifica?

Vada come vada, l'incoscienza e la furbizia che stanno caratterizzando l'operazione di "addomesticamento" dell'opzione «1 centesimo» di AirOne e soci sono davvero deplorevoli. E sono anche il miglior segnale del clima italiano, prima ancora che della recessione (e del mangia-mangia) che stanno ammazzando l'Italia. Forse ci meriteremmo tutti, soprattutto i dipendenti di Alitalia (magari proprio quelli del bancone Roma-Milano di Fiumicino che vedevo ieri), che vada davvero così. Peccato che poi a pagare non sarebbero solo loro.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

hai ragione... ma antonio come beppe'?

Anonimo ha detto...

la pensiamo alla stessa maniera. l'unica alternativa crebile resta Af. vederla a toto significa solo farla fallire completamente.

Antonio ha detto...

Niente Beppe: non è quella l'idea. L'idea è che prendo l'aereo ogni settimana, spesso due volte la settimana. Sono un pendolare dei cieli, come quelli che fanno Piacenza-Milano avanti e indietro tutti i giorni. E pensare a come stanno per mangiarsi viva Alitalia mi indigna. Non voglio diventare il prossimo pifferaio magico...