19.12.09

30.000 leghe sotti i mari

QUANDO ERO BAMBINO c'erano le televisioni private. Non come quelle di adesso: erano piccole, regionali e cercavano di darsi un tono. A Natale la Rai passava i classici eterni, soprattutto quelli della Disney o le cose che cercava di produrre da sé e poco altro (Tom & Jerry). Gli altri si arrangiavano con quei quattro film a cartoni animati giapponesi che circolavano all'epoca, quasi sottobanco.

A produrli era soprattutto la Toei a partire dagli anni Sessanta mentre da noi sono arrivati alla fine degli anni Settanta: da noi ci sono stati i vari capitoli del Gatto con gli Stivali, e poi L'Isola del tesoro, Taro, La piccola sirenetta e vari altri (che, a scapito del nome, spesso non c'entravano praticamente niente con le favole occidentali che citavano). La Toei mantiene la lista di tutte le sue produzioni. In quel periodo, questi erano film che rimbalzavano anno dopo anno in replica sulle emittenti private dopo aver fatto un rapido capolino in sala, mentre altri (come quelli di Goldrake e il Grande Mazinga) erano invece praticamente scomparsi perché il cartone animato seriale era della Rai -- La quale Rai, sia detto per inciso, ci ha messo del suo acquistando film animati giapponesi e seppellendoli nel dimenticatoio dopo un'unica trasmissione, come Nausicaa della valle del vento di Hayao Miyazaki, una colpa che da sola dovrebbe valere una vita di obiezione di coscienza al canone.

Insomma, il mio Natale era fatto di appostamenti per vedere se ribeccavo (e ci riuscivo quasi tutti gli anni) questo cartone animato: 20.000 leghe sotto i mari, anche se in originale le miglia in realtà erano 30.000 e non c'entra niente Jules Verne. La storia è fantasy-fantascientifica e tenera come solo quelle che ti raccontano da bambino possono esserlo. La dobbiamo alla fantasia di Shotaro Ishinomori, nato nel 1938 e scomparso una dozzina d'anni fa, nel 1998. Uomo dalla fantasia sterminata e dalla capacità lavorativa incrollabile (ha il record del maggior numero di tavole di fumetti disegnate: 128mila!), ha realizzato moltissime cose, tra gli altri Cyborg 009 e Ryu il ragazzo delle caverne e in Giappone gli è stato dedicato anche un museo (che un giorno prometto pubblicamente che visiterò).

Questo film prodotto dalla Toei, uscito il 19 luglio 1970 e considerato a tutti gli effetti un'opera "minore", cioè Kaitei 3-man Mile (Kaitei sanman Mile), riesce nonostante tutto a raccontare in maniera pulita una "piccola" storia di fantasia e che mette a tema la fragilità dell'ambiente, il desiderio e la brama di conquista, la forza dei buoni sentimenti che prevale. Perfetta per Natale. Senza contare alcune deliziose invenzioni, come il tango sottomarino (fine secondo blocco) e la canzone, scomparsa nell'edizione nostrana.

La versione in italiano purtroppo non la vedo più da un paio di decenni. Le tivù private non la passano o forse sono io che oramai non la cerco più. Su Internet non si trova, se non a spizzichi e bocconi. C'è però facile-facile una versione tutta in giapponese, che non è proprio la cosa più pratica da guardare, a meno che non siate bilingue o che vi ricordiate il film praticamente a memoria. In quest'ultimo caso vi rendereste conto di quanti piccoli e meno piccoli tagli siano stati fatti per "adattare" ai bambini dell'epoca la trama, in realtà solo un poco più complessa della versione arrivata in Italia. Piccole cattiverie, insomma. Anche perché per me questo film è il Natale.

Se mille anni fa l'avete visto e ancora ve lo ricordate un po', magari questa è un'ottima occasione per dargli un'altra occhiata. Altrimenti, sentitevi liberi di curiosare oppure di passate oltre. Fa lo stesso. In ogni caso, 30.000 leghe sotto i mari è il mio regalo di Natale agli abitué di questo Posto. Buone feste.













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