22.2.11

Spari d'inchiostro (2007)

CONOSCO PAOLO INTERDONATO. Dovreste conoscerlo anche voi, perché una cena in sua compagnia vi farebbe ridere a crepapelle, pensare e rimanere perplessi. Tutto in un'unica portata. Non è comune.

Paolo Interdonato è, insieme all'amico Matteo, uno dei più lucidi critici del fumetto che questa generazione possa vantare in Italia. Ha un blog, Spari d'inchiostro, e tanta voglia di scrivere di fumetto. Talmente tanta che, un paio d'anni fa, ha pure fatto il libro. Lui giura che è stato l'editore a chiederglielo, ma alla fine chi siamo noi per giudicare dove finisca il desiderio dell'uomo di emergere e dove cominci l'avidità dell'editore (Mark Twain ha scritto pagine immortali sull'immoralità degli editori).

Il libro è rapido da leggere: le 246 pagine per 16 euro vanno via belle veloci, ed è ambizioso. Propone un canone, un canone molto personale: quello dello stesso Paolo. I fumetti più importanti, quelli da leggere, quelli di cui parlare, quelli che costituiscono il canone occidentale, insomma. E così, come un Harold Bloom qualunque (che stranamente non cita mai), Paolo mette insieme il lavoro del suo blog, lo rimacina, aggiunge, arricchisce, va bollire a fuoco lento e serve caldo. Minestra gustosa, densa, a tratti piccante.

La lettura è spiazzante per chi arrivi da una grotta dell'Afghanistan o dall'altro lato della Luna (magari per essere andato a cercare il proprio senno per qualche anno). Bisogna già conoscere i fumetti di cui si parla, per cogliere i rimandi, vedere le divagazioni, navigare tra i dubbi, il desiderio di fare altro (come scrivere una storia del fumetto e della sua critica), la passione e il gioco. Una lettura da appassionati, dunque.

Anche se manca tanta roba (troppi italiani, troppo americani, pochi sudamericani, praticamente nessun giapponese, altre mancanze ed oblazioni minori), Paolo rivendica il fatto che questo sia il suo canone, e che quindi sia incompleto fisiologicamente, in realtà completo dal punto di vista della sua mente. E se volete farvi un giro tra le orecchie di Paolo Interdonato, come fosse un John Malkovich qualunque, siete i benvenuti. Spendete meno di venti euro e vi divertite pure.

Money Quote: Ma non basta enumerare: bisogna anche scegliere. Parlando con un amico scopro che il progetto di social network anobii è da considerarsi un fallimento. Perché l’accumulo di titoli sui propri scaffali virtuali produce un appagamento personale un po’ solipsistico. Ho un sacco di libri (o, quanto meno, dichiaro di averne tantissimi) e, allora, appaio colto. Ma, in realtà, a quanti interessa conoscere i 2000 libri che hai letto? Noi vorremmo sapere quali sono i 10, i 25, i 100 che porteresti su un’isola deserta.

Un canone è esattamente quello. Un’indicazione chiara e puntuale di quali siano i 10 (o 25, o 100) romanzi, dischi, fumetti, film, videogiochi, culi, torte gelato… che dovrei portare sempre con me. Un canone separa grano e loglio, delinea traiettorie culturali e storiche, connette elementi, articola scelte mirate e motivate.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dovreste conoscerlo anche voi, perché una cena in sua compagnia vi farebbe ridere a crepapelle, pensare e rimanere perplessi. Tutto in un'unica portata.

Mi toccherà di imparare a usare le posate...

Un abbraccio
p

PS: è tutto un magnamagna

Antonio ha detto...

Ma almeno si magna bene, no? :-)