25.6.11

Il cloud computing di Sita: cosa sono andato a fare a Bruxelles

IL BUSINESS DELLE compagnie aeree e quello degli aeroporti sono due misteri per la maggior parte dei viaggiatori. Certo, sulla carta è semplice: si compra il biglietto, si va in aeroporto, si fa check-in, si parte, si arriva, si recupera l'eventuale bagaglio e si va dove si deve andare. Semplice.

Apparentemente. Perché la complessità è enorme e non a caso l'informatica commerciale è praticamente nata con i sistemi di vendita dei biglietti aerei. Oggi gli aeroporti del mondo e le compagnie aeree stanno superando una delle fasi cicliche di crisi che scuotono questo settore e tornano ad investire. Soprattutto in information technology. Tra questo investimenti, il più strategico di tutti è il cloud computing. Che non è una novità, in generale (se ne parla da anni, al rischio di rompersi le scatole), ma che in questo settore in particolare diventa un'opportunità quasi senza fine. Se ne occupa Sita, l'azienda-cooperativa (ha appena rimesso a posto la sua struttura sociale e ribadito di non volersi quotare bensì di rimanere al servizio della proprietà, cioè le compagnie aeree) che offre servizi di comunicazione da 50 anni e di informatica da 30 per aeroporti e aerolinee.

Il cloud di Sita non è un cloud pubblico (come i servizi che gli utenti comuni possono usare nella nuvola, tipo DropBox), né un cloud privato (le intranet estese delle grandi aziende, che permettono ai dipendenti di usare servizi in mobilità), bensì un sistema cooperativo, un cloud associativo: un'unica infrastruttura in cui ciascuno dei soggetti (500 compagnie aeree, 350 aeroporti) possono usare servizi comuni e attivare i loro propri servizi privati.

Perché il cloud è utile? Sita insieme a Orange (colosso delle telecomunicazioni) offre già servizi di tlc alle aziende del settore. Addirittura ha un'offerta integrata, chiamata Tetra, che è molto interessante: una compagnia aerea acquista da Sita/Orange il numero di schede SIM solo dati per i suoi strumenti (tablet, portatili, sistemi di trasmissione, flight bag dei piloti) ed è Sita che si occupa di gestire i vari accordi di roaming, permettendo di usarle in tutto il mondo a tariffa fissa e con unico centro di costo.

Invece, con i sei datacenter in corso di costruzione e i server-ripetitori dislocati nei vari aeroporti critici, Sita offrirà nel corso dei prossimi 12-24 mesi tutti i servizi necessari a virtualizzare le postazioni e i server delle varie aziende a costi contenuti. Un esempio? Mettiamo una compagnia low cost voglia aprire una rotta su un nuovo aeroporto: basta che colleghi i Pc locali al server virtuale e ha servizi pari a quelli che avrebbe se stesse utilizzando una batteria di server portati nel nuovo aeroporto (come succede adesso). Oppure, i server virtuali possono scalare di potenza durante i picchi stagionali, permettendo a un piccolo aeroporto di gestire in modo dinamico e senza costi di infrastruttura la crescita e poi il calo del traffico.

Le soluzioni sono tantissime, i sei datacenter di Atlanta, Francoforte, Johannesburg, Singapore, Hong Kong e Sydney permetteranno di avere tempi di latenza minimali e Orange Business Services avrà sempre la sua funzione di partner preferenziale di Sita. Che, ribadisce per bocca del suo Ceo l'italiano Francesco Violante, ha tutte le carte in regola per offrire un servizio unico al settore che serve da mezzo secolo, molto più completo di quel che possono fare eventuali concorrenti.

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