3.10.12

Ecco Urania nuovo formato

CON UN NUMERO (il 1587) che cade nel sessantesimo anniversario della testata e che è occupato dall'ultimo romanzo di Arthur C. Clarke, scritto assieme a Frederik Pohl, Urania cambia formato. La storica testata di fantascienza della Mondadori sfrutta il colore bianco e diventa allineato agli altri prodotti seriali Mondadori: Giallo e Segretissimo.

Per me è un cambiamento epocale: compro Urania da quasi trent'anni, cerco costantemente di integrare nuovi numeri nella collezione per renderla completa (sono molto lontano da questo traguardo, ma non si sa mai nella vita) e ogni cambiamento ha un significato diverso. Ho conosciuto la collana con la serie bianca tradizionale, fascetta rossa in alto e disegno nel tondo. Ho vissuto con disagio un decennio (l'ultimo) di cambiamenti quasi mai azzeccati. Anche il ritorno al bianco e rosso, con disegno nel tondo, dell'ultima serie era convincente sino a un certo punto. L'errore alla base era il formato "compact" da libreria super-economica, vero svilimento rispetto alla apertura ariosa del fascicolo con testo su due colonne.

Gli attuali Urania recuperano la dimensione ariosa ma non le due colonne di testo: sembra di leggere un vecchio Millemondi di qualche decennio fa. Rimarrà la gabbia grafica e il formato precedente solo per un altro numero che arriva in edicola tra poco, con l'etichetta Millemondi (collezione Inverno: esce a novembre) e che mantiene la continuità anche grafica con il primo capitolo della saga di Hamilton, L'evoluzione del vuoto.

Il primo impatto è molto positivo. Mi piace. Mi piace il nuovo oggetto. Che è più alto, oltre che più largo (e quindi crea un po' di pandemonio nella mia libreria) ma mi piace. Anche la copertina, con la scritta "Urania" così alleggerita da essere quasi un filo, mi piace molto. Vediamo come procede.

Una nota: L'ultimo teorema di Clarke e Pohl è anche l'ultimo romanzo di Clarke (un vero genio), inedito in Italia. Crea un cortocircuito voluto con il primo Urania (della serie romanzi) uscito in edicola, che era Le sabbie di Marte sempre di Clarke. Bello.

1 commento:

scommesse sport ha detto...

Bellissimo bellissimo bellissimo, sono cresciuto con questa mitica collezione, passata di generazione in generazione, da nonno a papà fino a me... e io passerò "l'eredità" a mio figlio