5.10.15

2015-08

IN DIFESA DEL pessimismo: uno dei miei sviluppatori Mac preferiti affronta un tema piuttosto interessante: “Optimism and pessimism are not light and dark sides, they’re complementing halves of the same token.”

Matteo Bittanti è lo straordinario interprete del mondo videoludico in Italia e non solo. Ha praticamente definito buona parte di questo campo di studi nel nostro paese e va avanti come un treno. La sua collana, Ludologica, rimane uno dei principali strumenti per comprendere non solo dal punto di vista semiotico lo sviluppo degli studi legati ai videogiochi. In questa Cover Story parla della storia delle sue copertine. Consigliata.

Per gli smanettoni del mondo Mac: Bat. Questa utility a riga di comando è un cURL per gli esseri umani. La sto usando con piacere. Ma uso anche moltissimo formd, che serve a convertire lo stile dei link in Markdown da “in linea” a “citazione”. Funziona (con un paio di bachi quando fa il parsing, ma niente di drammatico) sia nel terminale come applicazione a riga di comando che dentro VIM o dentro TextExpander.

Tra parentesi: se siete sbarcati su El Captan 10.11 beta o definitivo che sia, e provate a usare strumenti più sofisticati a riga di comando (git è un incontro molto probabile in questo caso) probabilmente si è rotto tutto e vi trovate errori di questo tipo:

xcrun: error: invalid active developer path (/Library/Developer/CommandLineTools), missing xcrun at: /Library/Developer/CommandLineTools/usr/bin/xcrun

Ricordatevi che dovete dare una rinfrescata alla componente command line tools di Xcode. Non c’è per fortuna bisogno di installare tutto il malloppo di Xcode: bastano gli strumenti per la riga di comando.

Digitate:

xcode-select --install

(a richiesta, evitate di selezionare l’opzione che installa anche Xcode, mi raccomando) e siete a posto: quel che era rotto diventa riparato e tutto riprende a funzionare come prima. Il download dura una decina di minuti a seconda della velocità del vostro collegamento (sono un centinaio di mega).

Sempre sul tema dell’intervista che Tim Cook ha fatto con la radio pubblica americana NPR (dove ha detto: “Privacy Is A Fundamental Human Right. Apple has long touted the power and design of its devices, but recently the world’s most valuable company has been emphasizing another feature: privacy. That’s no small matter when many users store important private data on those devices: account numbers, personal messages, photos”) di cui avevo parlato nella precedente puntata di questi appunti, sono uscite anche altre reazioni: da Wired (“Apple ha costretto tutto il settore hi-tech a riallinearsi”) a Yahoo/Cnet (“Tim Cook: una backdoor per i buoni è una backdoor anche per i cattivi”).

La nuova generazione di telefoni di Apple, i 6s e 6s plus, ha un nuovo modo di interagire con l’apparecchio. È il 3D Touch (Force Touch o come volete chiamarlo) che permette una nuova interazione distinguendo tra due livelli di pressione: il tap normale e la pressione forte. Questo crea nuove possibilità nella progettazione delle interfaccia, che secondo Wired aprono le porte a una rivoluzione del modo con il quale interagiamo con i computer. Sarà paragonabile al multitouch del 2007? Gli sviluppatori ancora non l’hanno capito, ma si stanno applicando.

Tempo di cambiare iPhone? E magari ve lo siete chiesti: in un mondo di cose facili che Apple cerca di fare, perché il processo di migrazione da un iPhone all’altro dev’essere così complicato? Un intero podcast (in inglese) dedicato al problema: Upgrade #56: The Migration Experience

È difficile parlare di pubblicità e ad blocker sul web, perché si impatta sul core business dei grandi mediatori di pubblicità (per questo si scelgono spesso tagli "trasversali", come questo di CNBC: "Gli ad blocker di Apple sono una mossa contro Google?"), che non sono felici di sapere che i siti che oggi cercano di campare con la pubblicità sono in realtà a rischio e che questo in buona parte è dovuto al fatto che la pubblicità sul web oggi è fatta male, intrusiva, mal selezionata, di basso cabotaggio. E pure dannosa, come riporta questa classifica della lentezza dei siti di informazione americani. C’è anche un ragionamento su quanto in realtà costi per gli utenti di questi siti connettersi a queste condizioni: “Visiting the home page of Boston.com every day for a month would cost the equivalent of about $9.50 in data usage just for the ads.

Infine, in breve:
1 - Millions of Facebook users have no idea they’re using the internet;
2 - Why Jack Dorsey Is Ready to Save Twitter;
3 - Google’s Nexus phones are just ads;
4 - The Decline of ‘Big Soda’ in America;
5 - Microsoft turns spotlight on cloud, mobile with new reporting style;
6 - Donald Trump is not going anywhere;
7 - Larry King is preparing for the final cancellation.

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