19.7.16

Thin red line

MASSIMO GRAMELLINI, SAPETE chi è no?, ha pubblicato uno dei suoi corsivi sui musulmani buoni che devono devono farsi avanti come una volta si fecero avanti gli operai buoni contro Brigate Rosse. Una cosa che trovo orrenda anche solo da conservare nella mente, ma di cui comunque qualcosa va segnata, sennò non si capisce.

Scrive Gramellini, tra le altre cose: “Adesso però il gioco si è fatto troppo duro e non puoi più restare sull’uscio a osservarlo. Adesso anche tu, come l’operaio comunista di quarant’anni fa, hai qualcosa da perdere. Bene o male l’Occidente ti ha accolto, offrendoti la possibilità di una vita più dignitosa di quella che ti era consentita nella terra da cui sei scappato. Ora sei uno di noi. Tuo fratello non è più il camionista di Nizza, ma il bambino che le sue ruote hanno stritolato sul selciato.

(Non riporto il link all’articolo perché non lo considero degno del vostro tempo e soprattutto dei pochi centesimi che comunque ci guadagnano con i vostri click, perché poi è di questo che stiamo parlando)

Comunque, risponde Sabika Shah Povia, giornalista italiana di fede musulmana, scrivendo che Gramellini non è suo fratello. E vi consiglio invece di leggere quel che scrive lei, almeno per dare delle proporzioni al mondo.

Money quote: “Hai oltrepassato quel confine sottile che separa il populismo dall'islamofobia.”

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